Rohingya. Unione Buddhista Italiana: no ad ogni violenza e alla strumentalizzazione della religione
Dopo la condanna della Birmania da parte dell’assemblea Onu, l’Unione Buddhista Italiana ribadisce la necessità del dialogo tra religioni e del rispetto dei diritti umani.
Roma, 28 dicembre 2019 – L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che condanna Myanmar per le violazioni dei diritti umani perpetrati contro la minoranza musulmana dei Rohingya. In questa occasione L’Unione Buddhista Italiana ribadisce la ferma condanna di ogni forma di violenza e di ogni strumentalizzazione della religione per scopi politici, ideologici o per interessi nazionali che nulla hanno a che fare con l’insegnamento del Buddha.
L’UBI ricorda, inoltre, che gli insegnamenti buddhisti hanno lo scopo di ridurre la sofferenza di ogni essere vivente, senza distinzione di religione, cultura o origine. Al contrario, ogni comportamento che sia causa di dolore o discriminazione è in totale contraddizione con quello che è il messaggio del Buddhismo stesso e per questo non può essere accettato.
Siamo convinti che, in sintonia con la tradizione di rispetto dei diritti umani e della tutela di ogni comunità espressa nei valori di convivenza democratica della cultura europea, sia nostra precisa responsabilità in quanto buddhisti italiani ed europei, prendere le distanze da ogni forma di strumentalizzazione di ogni espressione religiosa, oltre che da ogni forma di violenza.
Per questo motivo esprimiamo ancora una volta la nostra più profonda vicinanza alla comunità islamica convinti della ferma necessità di valorizzare il dialogo tra religioni e culture come occasione di pace, di rispetto e di convivenza e conoscenza reciproca al di là dei pregiudizi e delle divisioni.