Visioni dal mondo: premiato il film Il Cielo è mio del regista curdo iraniano Ayoub Naseri

Il film “Il cielo è mio” del regista Ayoub Naseri, prodotto dall’Unione Buddhista Italiana si aggiudica al Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo, l’appuntamento annuale con il cinema del reale:

Il premio New Talent Opera Prima Menzione speciale Giuria Giovani.

Il riconoscimento Rai Cinema e menzione speciale della giuria per il concorso New Talent Opera Prima.

 

Il cielo è mio, il film del regista Ayoub Naseri, prodotto dall’Unione Buddhista Italiana, ha partecipato al 9° Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo, l’appuntamento annuale con il cinema del reale, che si è svolto a Milano da giovedì 14 a domenica 17 settembre 2023.

 

 

A seguito della caduta del governo afgano nel 2021, Aziz, un insegnante d’arte, viene evacuato con la sua famiglia da un’operazione militare speciale avviata dal Ministero della Difesa Italiano. La famiglia arriva in Italia e viene accolta nell’Abbazia di Mirasole, un monastero del XII secolo. Mentre sta in lutto per la patria, Aziz si sforza di migliorare le condizioni di vita per i suoi figli, soprattutto per Erfan, il suo amato figlio disabile. Nonostante le sue condizioni, Erfan non vede l’ora di costruire una nuova vita nella sua nuova casa. Affascinato dalla bellezza dell’Abbazia, sente un profondo collegamento con l’anima del luogo e le preghiere nascoste che riposano nei muri lo guidano verso la salvezza.

 

“Il cielo è mio”
Regia: Ayoub Naseri
Produzione: Unione Buddhista Italiana
Produttore: Ayoub Naseri
Montaggio: Ayoub Naseri
Fotografia: Nicola Zambelli, Ayoub Naseri
Durata: 65′
Paese: Italia
Anno: 2023

 

 

 

Mi chiamo Ayoub Nasseri sono un regista curdo iraniano residente a Milano. Con la nuova ondata di rifugiati afghani al seguito della caduta del governo afgano nell’agosto 2021 ho seguito da vicino la vicenda di decine e famiglie accolte nei centri di accoglienza straordinaria a Milano e altre città lombarde lavorando come mediatore linguistico culturale. Il film racconta il dramma esistenziale di una di queste famiglie evidenziando il ruolo simbolico del luogo che accoglie il loro lutto per la Patria. Mentre la narrazione mediatica si è concentrata solo su alcuni aspetti degli eventi ho tentato di andare al di là del linguaggio stereotipato delle interviste e costruire un racconto esistenziale che rappresenti la dimensione emotiva, approfondendoli aspetti individuali di un’esperienza comune.

A parte della difficoltà generale di lavorare con le persone che per la prima volta vanno davanti alla telecamera, a causa della natura sensibile del soggetto ho messo tanto tempo e sforzo per ottenere le autorizzazioni necessarie del Ministero dell’Interno per girare il film. Il cielo è mio e il mio primo film prodotto grazie al sostegno pratico e morale dell’Unione Buddhista Italiana. Verrà presentato per la prima volta a Milano la città dove è nato, grazie all’attenzione del Festival Internazionale del documentario Visioni dal Mondo ed il suo direttore artistico che l’hanno selezionato per il concorso a New Talent Opera Prima per la nonna edizione del festival. Buona Visione!

 

 

“Non volevo fare un’inchiesta, ma raccontare il grande amore tra un padre e un figlio», così il regista curdo Ayoub Naseri spiega a «la Lettura» come è nato Il cielo è mio: «In parallelo alla mia attività professionale in ambito televisivo e cinematografico, collaboro con diverse associazioni e cooperative sociali in Lombardia come mediatore linguistico culturale, questo mi ha permesso di acquisire una conoscenza più approfondita del fenomeno migratorio in Italia. L’avere vissuto in prima persona le difficoltà della migrazione, avere superato gli ostacoli alla ricostruzione di una nuova vita in un contesto inizialmente sconosciuto e il sentirmi oggi integrato nella società e nella cultura italiana che mi ha accolto mi impongono l’obbligo morale di aiutare chi è ancora all’inizio di questo percorso complesso». Nel film realizzato con il contributo dell’Unione buddhista italiana si è concentrato sul «terzo capitolo della storia di immigrazione, quello dell’accoglienza e dell’integrazione. Ci sono racconti sulla fuga e il viaggio, ci si concentra su numeri e statistiche, ma le storie individuali dei rifugiati e dei contesti che li accolgono vengono solitamente lasciate nell’ombra». Lavorando nei centri d’accoglienza straordinaria (Cas), il regista ha seguito le vicende di decine di famiglie afghane accolte a Milano e altre città lombarde, tra loro la famiglia Behrang, evacuata nel corso dell’operazione Aquila Omnia, arrivata a Milano e accolta nell’Abbazia di Mirasole nell’agosto 2021” La Lettura, Corriere della Sera, settembre 2023.

Grazie alle firme dell’8xmille l’Unione Buddhista Italiana ha accolto profughi e rifugiati afgani per restituire un futuro a chi fugge dalla violenza. Dal 2017 UBI ha sostenuto quasi 1000 progetti efficienti e coraggiosi. In difesa dell’ambiente, per la giustizia sociale, l’accoglienza, il lavoro, la cultura, la salute, l’educazione, gli animali.